Ma serve licenziare ?
Intervista a Luca Solari, docente di organizzazione aziendale e gestione delle risorse umane alla Università Statale di Milano.
Tempo di crisi e le aziende imbracciano la scure contro i dipendenti. È sempre inevitabile? «In effetti non si capisce se davvero le imprese non abbiano altre strade, se si stanno portando avanti approfittando della situazione e così presentano il conto degli errori strategici ai dipendenti per coprirsi con azionisti e mercati finanziari».
lei che dice?
"Penso che ci troviamo spesso di fronte a manager di vertice monodimensionali, che nella maggior parte dei casi non sono capaci di risolvere le situazioni
di crisi. Quando si deteriorano i risultati di margine operativo, non sapendo lavorare sul fronte dell'aumento dei ricavi, molto più problematico
e incerto, si buttano sui costi, del lavoro in primis. "
I tagli servono al rilancio?
"La letteratura che si è occupata delle grandi ristrutturazioni degli anni Ottanta e Novanta dimostra che gli effetti sul conto economico
o in borsa sono nulli o negativi. "
Per esempio?
"Hanno studiato 16 grandi corporation, fra le prime 100 della classifica di Fortune che avevano tagliato più dell zero per cento la loro forza lavoro tra il1g82
e il1g88. Due anni dopo per 10 di queste il valore delle azioni era sceso del 17A8 per cento rispetto alle medie del mercato, e per 12 le quotazioni erano inferiori delSAS per cento a quelle di imprese dello stesso settore. Anche gli studi sulle linee aeree americane dopo 1'11 settembre dicono la stessa cosa: la Southwest, che non ha mai licenziato nessuno, non ha chiuso un trimestre in rosso,
al contrario della Us airways, che ha licenziato
e perso per 11 trimestri. E poi non ci sono solo
gli effetti finanziari.
Che cosa intende? .•
L'ipotesi che la riduzione del personale produca un miglioramento nella qualità dei risultati dell'impresa tiene a condizione che la produttività delle persone rimanga uguale a quella prima dei tagli, e che vengano eliminati i meno efficienti. Cose che spesso non accadono, perché è forte il rischio che quelli rimasti, demotivati, abbassino il livello delle prestazioni e che i più produttivi se ne vadano da soli. Altemative per evitare tagli generalizzati?
Sul mercato angloamericano si parla di patti di solidarietà all'interno delle aziende con una riduzione generalizzata degli stipendi, una maggiore variabilità delle retribuzioni, un più ampio ricorso al part time.
E poi, diciamolo, la crisi spesso non è di competitività legata al prezzo ma alla qualità del prodotto o
del servizio offerto, dunque la riduzione del costo per assurdo rischia di ridurre le risorse destinate all'innovazione, quindi proprio alla qualità del prodotto o del servizio.